Scarpette Rosse
L’artista Elina Chauvet negli anni della formazione universitaria era venuta a conoscenza del fenomeno della frequente sparizione di giovani donne, di età compresa tra i quindici e i venticinque anni e del ritrovamento dei loro corpi senza vita nel deserto. Tutte erano state vittime di una uguale azione criminale: rapite, stuprate, mutilate e uccise per strangolamento. Tutto quello che restava erano delle scarpe insanguinate. Elina decise di rompere il muro di omertà e di silenzio che avvolgeva questi delitti atroci, rendendo visibile a tutti quello che sembrava essere invisibile. Perciò nel 2009 l’artista raccolse con l’aiuto di conoscenti, 33 paia di scarpe rosse per realizzare la sua installazione e le espose in una piazza della città messicana Juarez, teatro della vicenda. La Chauvet ripetè l’installazione due anni dopo in una città messicana nota per il traffico di droga e in quell’occasione arrivarono attraverso il passa parola trecento paia di scarpe, che vennero esposte come in una marcia silenziosa. Nel 2012 la realizzò invece davanti al consolato messicano della città di El Paso nel Texas. Da quel giorno questa installazione artistica e di memoria collettiva è stata replicata tante volte e in tanti paesi del mondo. Le scarpette rosse, che sono dello stesso colore del sangue versato da tantissime donne, sono diventate il simbolo della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Indossarle ed esporle nel giorno del 25 novembre, vuol simboleggiare l’adesione ad una lotta che deve vedere tutte le donne unite per dire basta ad ogni tipo di violenza.
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