Scarpette Rosse

L’artista Elina Chauvet negli anni della formazione universitaria era venuta a conoscenza del fenomeno della frequente sparizione di giovani donne, di età compresa tra i quindici e i venticinque anni e del ritrovamento dei loro corpi senza vita nel deserto. Tutte erano state vittime di una uguale azione criminale: rapite, stuprate, mutilate e uccise per strangolamento. Tutto quello che restava erano delle scarpe insanguinate. Elina decise di rompere il muro di omertà e di silenzio che avvolgeva questi delitti atroci, rendendo visibile a tutti quello che sembrava essere invisibile. Perciò nel 2009 l’artista raccolse con l’aiuto di conoscenti, 33 paia di scarpe rosse per realizzare la sua installazione e le espose in una piazza della città messicana Juarez, teatro della vicenda. La Chauvet ripetè l’installazione due anni dopo in una città messicana nota per il traffico di droga e in quell’occasione arrivarono attraverso il passa parola trecento paia di scarpe, che vennero esposte come in una marcia silenziosa. Nel 2012 la realizzò invece davanti al consolato messicano della città di El Paso nel Texas. Da quel giorno questa installazione artistica e di memoria collettiva è stata replicata tante volte e in tanti paesi del mondo. Le scarpette rosse, che sono dello stesso colore del sangue versato da tantissime donne, sono diventate il simbolo della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Indossarle ed esporle nel giorno del 25 novembre, vuol simboleggiare l’adesione ad una lotta che deve vedere tutte le donne unite per dire basta ad ogni tipo di violenza.

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Stop Violence

La violenza domestica è ogni tipo di violenza fisica, psichica, economica e sessuale all’interno di una relazione affettiva. Essa viene esercitata prevalentemente dagli uomini contro le donne, soprattutto tra le mura di casa. La violenza domestica è una violazione dei diritti umani secondo la Convenzione di Istambul del Consiglio d’Europa dell’11/05/2011. L’ ART. 3 afferma che: con l’espressione “violenza contro le donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne e si intendono tutti gli atti di violazione di genere che determinano o sono suscettibili di provocare danno fisico, sessuale, psicologico o economico o una sofferenza alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che privata. In Italia e nel mondo una donna su tre dai 15 anni in su, subisce qualche forma di violenza nel corso della sua vita. Il timore della violenza è confermato dal dato secondo il quale il 53% di donne in tutta l’Unione Europea afferma di evitare determinati luoghi o situazioni per paura di essere aggredita.

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25 novembre

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne,  istituita dall’ONU nel 1999.

I governi, le organizzazioni internazionali e le ONG sono invitati a realizzare in questa giornata, attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne. Questa data ricorda una vicenda brutale, infatti il 25 novembre 1960 vennero uccise le sorelle Mirabal. Le tre donne che si battevano contro il regime dittatoriale nella Repubblica dominicana, furono bloccate sulla strada da militari, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione. Furono stuprate, torturate, colpite con bastoni e strangolate, infine messe a bordo della loro auto e gettate in un precipizio, per simulare un incidente.

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La Panchina Rossa

Nel 2014 Karim Cherif, writer torinese, viene chiamato dall’associazione Acmos di Torino per promuovere la campagna contro la violenza sulle donne. L’artista ha l’idea di dipingere di rosso e con due grandi occhi, undici panchine dei parchi comunali della città, per trasformare un elemento architettonico diffuso e familiare, in un simbolo contro il femminicidio. Nel 2016 il movimento Stati Generali delle Donne, ha delineato e promuove il progetto “Panchina rossa”, che si proponeva di spronare i Comuni italiani, gli Enti, le Associazioni e le scuole, ad installare nel proprio territorio o nella propria sede una panchina rossa. Il progetto è durato un anno, ma la sua spinta non si è esaurita e le panchine rosse continuano ad essere installate, diventando sempre più diffuse. La panchina rossa è ormai diventata un simbolo architettonico ben riconoscibile, della difesa dei diritti delle donne e della lotta al femminicidio.

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